Nasce per proteggere il lavoratore in quanto contraente più debole nel rapporto di lavoro e così, nel corso degli anni, si assiste a un processo di formazione della legislazione sociale del lavoro e alla sua identificazione con un insieme di norme speciali rivolte alla disciplina non del contratto di lavoro ma di talune condizioni economico-sociali ad esso afferenti.
Regolamenta quindi tutti gli aspetti della vita del prestatore di lavoro, dall’assunzione alla retribuzione, passando per i casi di sospensione del rapporto di lavoro (maternità, malattia, ecc.) fino ad arrivare all’interruzione del rapporto di lavoro.
La protezione del lavoratore come singolo appartenente a una determinata categoria (o, più in generale, classe) sociale non è più espressione di un favor eccezionale o speciale, pur sempre privilegiato, bensì di un’istanza di trasformazione della posizione professionale e sociale del lavoratore stesso nel contesto che lo circonda (dal luogo di lavoro al sistema economico).
La tutela del lavoro e del lavoratore la troviamo nella Costituzione, e questo rappresenta una delle manifestazioni più significative e importanti di quella caratterizzazione in senso sociale della Costituzione e dello Stato, che trova nella Carta costituzionale la sua espressione fondamentale.


